Tutto ebbe inizio con una bugia: spacciandosi per il fotografo di una rivista di settore, nel maggio 1989 il giovane Henry Ruggeri riuscì ad entrare nel backstage dei suoi idoli, i Ramones. Il resto è storia. Il leggendario fotografo, che negli anni ha continuato a ritrarre i più grandi della musica rock e non solo, si è concesso per un rapido scambio di battute.
Partiamo con una domanda semplice semplice: cosa rappresenta per te il rullino?
Il rullino, che ricordi!!! Per me rappresenta l’inizio di tutto… oggetto misterioso dove erano racchiuse le speranze di aver fatto belle foto! Andavo sempre con ansia a ritirare i provini sperando di non aver combinato disastri!
Che ricordo hai del primo concerto della tua vita? Anche in quell’occasione eri armato di macchina fotografica?
Il primo concerto di cui ho memoria… ACCEPT e DOKKEN a Bologna. Heavy Metal, inizio anni Ottanta, avevo detto ai miei genitori che sarei andato ad una gita scolastica. Non avevo una macchina fotografica, né ancora la passione per la fotografia, però ricordo la mia cameretta col muro pieno di posters che studiavo in continuazione… è iniziato tutto in quei giorni!
Nel corso della tua carriera hai poi avuto modo di assistere ad innumerevoli concerti. Ci sono band o artisti che hanno da poco fatto il loro ingresso nel panorama musicale e che ti hanno colpito, ovvero che secondo te hanno la stoffa da “legends”?
Assolutamente si… negli ultimi anni ho assistito all’ascesa di una giovanissima Billie Eilish, dei Twenty One Pilots e dei Greta Van Fleet, tanto per citare i primi nomi che mi vengono in mente. Magari non tutti appartengono al mio genere preferito ma va bene così! La musica non può essere fermata per fortuna.
Per fan e fanpage le foto professionali dei concerti sono documenti fondamentali. Hai il tempo di due o tre brani per portare a casa gli scatti perfetti, ciò ti mette sotto pressione nonostante l’esperienza pluridecennale?
La pressione non manca mai, soprattutto quando hai soli 3 brani a disposizione, sei il fotografo ufficiale (tipo AC/DC ad Imola davanti a 100.000 persone) e devi consegnare dopo 30 minuti dall’inizio del concerto foto per il promoter o agenzie come l’Ansa senza aver praticamente tempo di selezionarle o post produrle.
In questo caso in genere le foto sono buone ma non perfette e l’esperienza conta tantissimo. Nei giorni successivi, con calma e tempo a disposizione, si potranno sistemare a dovere per l’archivio o eventuali pubblicazioni.
Quali emozioni provate durante un concerto cerchi di riproporre attraverso i tuoi scatti?
Difficile riportare in foto le emozioni di un concerto, visto che si tratta di musica e non di immagini. Noi cerchiamo di fare il nostro meglio per raccontare in pochi fotogrammi l’esperienza. Le foto diventano il riassunto del ricordo dell’esperienza e col tempo acquistano valore.
Ad oggi possiamo definire i concerti come spettacoli teatrali a 360°? Che ruolo giocano le “visual” a parer tuo?
Dal vivo io amo fare i ritratti alle rockstar, in genere inizio da quelli, poi con calma mi concentro sulle foto dove si vedono palco e pubblico ed in questo caso i visual sono perfetti per creare foto accattivanti.
Molte tue fotografie decorano le copertine di biografie musicali, ma hai mai pensato di pubblicare un libro in cui racconti tutti quegli aneddoti che ti porti dietro da anni on the road? Basti pensare al fatto che hai lavorato a stretto contatto con i Ramones a lungo.
La pandemia ed il lockdown hanno permesso per la prima volta di ‘fermarmi’ e sistemare il mio archivio. Non vi nego dunque che un bel libro sui miei trascorsi ‘on the road’ sia nei miei pensieri. Spero solo non esca postumo!
‘Rocks and Shots’ è il nome della tua celebre mostra fotografica itinerante. Da poco è nato l’omonimo sito con shop e magazine annessi. Come descriveresti le penne di cui ti avvali, quindi i tuoi compagni di avventura?
Io amo circondarmi di persone più brave di me da cui riesco sempre ad imparare qualcosa, ed i miei compagni d’avventura sono incredibili. Li adoro e sono onorato di collaborare con loro.
Un’ultima domanda. Qual è il soggetto, famoso o non, che ami più ritrarre?
Dave Gahan è sempre il top da fotografare, cambia espressione ogni secondo ed ama sfidare i fotografi con le sue mosse. Incredibile!