#ATuPerTu con Michele Piazza

Capace di cogliere l’essenza dei soggetti che ritrae, Michele Piazza è un fotografo e regista di indubbio talento. Ha deciso di raccontarsi in un’intervista tra amicizie celebri, progetti e speranze per il futuro.

Proverbio vuole che se “fai ciò che ami non lavorerai un solo giorno”. Per te è così? Ti manca vivere in continuo movimento, da città a città, tra backstage e sottopalco? 

Sono d’accordo ma solamente in parte. Amo la musica e la fotografia ed essere riuscito a mettere insieme queste due arti per farne una professione è già un traguardo. Le mie giornate lavorative sono spesso occasione di incontri speciali, molto spesso inaspettati o inimmaginabili. Questo lavoro mi permette di fare esperienze emozionanti, o quanto meno formative, sia a livello professionale che personale, come ad esempio la recente salita su un ghiacciaio a 3000m per documentare l’opera di un collettivo di artisti o assistere alla registrazione di un album in studio. Ma oltre a tutto l’immaginario romantico che ruota attorno alla figura di un fotografo/regista, esistono altri aspetti che non si conoscono, decisamente più concreti e posso assicurare che non è un lavoro leggero, anzi il più delle volte complesso e faticoso, con tutto lo stress che ne deriva. A tutti gli “alti” si contrappone una bona dose di “bassi” che comunque me lo fa amare ma non mi fa dimenticare che sto lavorando a tutti gli effetti. È scontato dire che mi mancano i concerti, i musicisti, la musica live e tutto quel mondo, ma è proprio così. Proprio negli ultimi due anni ho seguito i Negrita nei loro tour elettrico e acustico, da Taormina a Milano, passando per il festival di Sanremo. Ora, dopo questa lunga pausa, sogno solo di poter rimettermi in viaggio.

Negrita

Adottando quale soluzione pensi che potrà risollevarsi il settore musicale? 

Stiamo vivendo un periodo storico senza precedenti. Credo che si stia andando un po’ per tentativi per capire come riuscire ad arginare l’epidemia e questo comporta dei sacrifici che pesano a tutti. È ovvio che un concerto con poco, o senza pubblico, non è paragonabile ad un live di un anno fa, ma se questa nuova dimensione ci permette di lavorare (e con “noi” intendo musicisti e tutti gli addetti ai lavori) ben venga. La speranza è di tornare presto a vivere le emozioni che solo un concerto live gremito di spettatori può creare. Per me sono come una cerimonia religiosa, luoghi di energia positiva senza eguali. 

Vicino a me ho una copia del libro ‘Nuotando nell’aria’ di Cristiano Godano. Agli inizi della tua carriera, avresti mai immaginato che un tuo scatto sarebbe finito sulla copertina di simili pubblicazioni?

Non so bene se e quando sia iniziata la mia carriera, so solo che la macchina fotografica mi ha consentito di conoscere e collaborare con molti dei miei artisti preferiti. L’elenco si sta facendo sorprendentemente sempre più lungo e ambizioso. Sicuramente non avrei mai immaginato che un giorno sarei diventato autore di copertine di dischi, di calendari e di pubblicazioni promozionali per artisti e band che seguo dagli anni ‘90. Non ci credo probabilmente tuttora, ed è un bene che sia così. I Marlene Kuntz sono una delle tante band che seguo come fan dagli anni dei loro esordi, per loro ho realizzato diversi servizi fotografici, il videoclip di “Bella Ciao” con la presenza di Skin (Skunk Anansie), e non ultimi i progetti da solista di Cristiano Godano (vedi libro). Per me ogni progetto è una sorta di ringraziamento nei confronti degli artisti per tutte le emozioni che mi hanno regalato, una sorta di restituzione. 

Marlene Kuntz

Nel film ‘Quasi Famosi’ si dice “non si può diventare amici delle rockstar”, ma la tua esperienza sembra dimostrare il contrario!

Come in tutte le collaborazioni professionali c’è il fattore “a pelle”, ti puoi trovare in accordo su varie questioni formali ma con gli artisti è importante parlare lo stesso linguaggio, trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda. Con molti musicisti ho un rapporto di stima che va oltre il progetto, il confronto è alla pari e il terreno che si crea è quello ottimale per sentirsi più liberi di esprimersi per entrambe le parti. Con la maggior parte degli artisti con cui ho lavorato è nata un’amicizia, rimanendo con loro giorni interi in studio di registrazione ho il piacere di conoscerli più a fondo, di cogliere gli aspetti più personali e fragili. È in quelle occasioni che mi spoglio del mio ruolo di fotografo/regista e di fan, e credo che siano proprio quelli i momenti più intensi.

A questo proposito, scorrendo il tuo profilo Instagram mi sono imbattuta in uno splendido primo piano di Jimmy Page. Confermi la teoria secondo la quale è meglio non incontrare i propri idoli o sei di tutt’altro avviso? 

Se devo scegliere, preferisco incontrarli. Sono consapevole che si tratta comunque di persone, spesso con vite molto più complicate della mia. Con gli anni ho imparato a non avere aspettative o pregiudizi, il mio approccio è sempre molto rispettoso. Ho avuto la fortuna di incontrare Jimmy Page nel backstage di un festival a Londra nel 2014 dove vidi sul palco Soulfly, Motorhead, Faith No More, Soundgarden e Black Sabbath. Quel giorno ero già emozionato per la line up e il suo incontro è stato il compimento di una giornata incredibile. Ricordo che mi avvicinai timido timido e gli chiesi il permesso di scattargli una foto. Una volta scattata ebbi pure la disinvoltura di domandargli un selfie insieme, credimi, non sono così solito ad avere questi slanci! Quel concerto rimarrà memorabile per un altro motivo: una mia foto che scattai a Chris Cornell durante quel concerto è ora presente sulla copertina del suo disco uscito questo mese (dicembre): No One Sings Like You Anymore. E’ stata sua moglie Vicky a contattarmi su Instagram… storia incredibile e impensabile al pari di quando mi sono trovato a chiacchierare con i Radiohead nel backstage dopo il loro concerto a Imola.

Al di fuori di quella musicale, c’è una realtà che ti piacerebbe vivere e raccontare tramite la fotografia o la regia?

Sono vegano da diversi anni e ho molto a cuore l’ambiente e il benessere animale. Mi piacerebbe riuscire a raccontate un giorno come una tale scelta può dar beneficio non solo all’individuo ma a tutto il sistema. Forse un giorno realizzerò anche questo sogno, non ho fretta, i nuovi progetti arrivano sempre quando senti che sono realizzabili e in linea con i tuoi interessi.

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